Mauro Vigna, master 6 e consigliere della ASD Bikeland Team Bike 2003 di Città di Castello, ci ma inviato questa sua lettera chiedendoci di divulgarla.
Mauro. Ti diciamo un semplice grazie, dal profondo del cuore, per questo contributo, convinti che tutti apprezzino e condividano questo tuo pensiero.
Cari ciclisti
Mi permetto di divulgare queste mie personali considerazioni in virtù del fatto che moltissime volte, assieme a molti voi, ho praticato l'attività sportiva del ciclismo. Lo sport consente, attraverso la condivisione delle difficoltà e della fatica ed il confronto nelle competizioni, di migliorare e consolidare i rapporti umani. Per questo mi sento di dover essere franco con tutti voi, sia con quelli che conosco personalmente che non, ma che almeno una volta siano saliti in sella ed abbiano provato sulla loro pelle quanto di fatica costa questo sport e quanto ci restituisce in termini di salute, serenità, bellezza del vivere.
Ma con questa emozione nell'anima, al solo ripensare, mentre scrivo, a quanto è radicato in noi questo sentimento, sono purtroppo costretto a muovere una critica impietosa al nostro comportamento nei confronti delle organizzazioni cui apparteniamo.
Personalmente non sarò più tollerante verso coloro che si lamentano continuamente ed ogni occasione della cattiva organizzazione che chi circonda. Non voglio più sentire, mentre sono fra di voi, sotto lo striscione della partenza, le lamentele di chi protesta vuoi per come sono fatte le griglie, o per le iscrizioni, o quanto altro. Tanto meno accetterò ancora di condividere critiche all'operato delle giurie, sulla sicurezza del percorso, sulla qualità della manifestazione, sui ritardi, sui disservizi; tutte lamentele fatte a fine gara, quando tutti, con ancora il sangue caldo della competizione, promettono battaglia per cambiare e migliorare. Ma poi lo spirito di tanti di voi si acquieta, si placa l'animo, e le buone intenzioni fanno posto al lasciare andare, al delegare agli altri la responsabilità di quanto invece ci tocca personalmente. E così si avanti confidando, senza poi verificare, che siano le società a prendersi la briga di rappresentarci o che al più lo possa fare qualcun'altro al posto nostro.
Se è vero che questo nostro sport ci insegna coraggio, determinazione, onestà e chiarezza nei comportamenti, allora è ben giunto il momento di metterle in pratica queste virtù, tenendo presente che il coraggio non lo si mostra solo in una volata o affrontando una discesa pericolosa, ma nel momento in cui riusciamo ad essere noi stessi, dire quello che pensiamo e far valere democraticamente le nostre idee. Ma non ci stiamo comportando in questo modo e nessuno si sta preoccupando di come le nostre società sportive andranno a votare in occasione del rinnovo del Comitato Regionale Umbro della FCI. Stiamo nuovamente lasciando che siano ancora a funzionare le "deleghe in bianco" o taluni meschini ricatti per convenienza personale di qualche dirigente. Se vogliamo lasciare che l'amministrazione del nostro sport sia delegata ad altri che non siamo noi, bene, lasciamo pure che sia così, ma poi non dobbiamo più lamentarci di tutti i malfunzionamenti e del fatto che non ci sia confronto e dialogo e che non ci sia possibilità di costruire, proporre, fare, partecipare.
Io personalmente mi tiro fuori da questa melma e ci metto la mia faccia sia nello scrivere queste righe e in tutte le altre iniziative personali volte a far sentire in modo democratico, la voce di chi va, corre o passeggia in bicicletta. Qualcuno potrebbe chiedersi, a ragione, vista la scarsità di informazioni nella quale siamo lasciati, cosa sia necessario fare. A tale proposito sostengo che è opportuno rivolgersi direttamente alle nostre società e chiedere un confronto, un dibattito su chi votare per il rinnovo delle cariche del Comitato Regionale Umbro della FCI che si terranno il 9/12/2012 a Torgiano. E' indispensabile, nel nostro interesse di ciclisti, chiedere di votare chi propone un programma, chi dimostra trasparenza amministrativa e decisionale, chi si propone di ascoltare i ciclisti, in poche parole chi vuole democraticamente amministrare su nostro mandato. Questo lo debbono fare tutti, sia coloro che è una vita che corrono in bicicletta, proprio per dare un senso a ciò che lo sport gli ha insegnato, sia i giovani che si affacciano ora a questa disciplina perché non potranno imparare nulla in un ambiente dove gli adulti hanno già preso le decisioni per loro. La mia presa di posizione non intende in alcun modo mancare di rispetto alle amministrazioni precedenti, tantomeno disconoscere del tutto il passato. Voglio solo fare il punto fermo sul fatto che questo sport deve essere amministrato da noi ciclisti e che, se non riusciamo ad avere il coraggio di far valere questo nostro diritto, proprio a nulla è servito corre, perché niente abbiamo imparato.
Città di Castello, 23/11/2012
Vigna Mauro (uno che .......va anche in bicicletta)